“ ….. Questo vorrei essere alla fine della mia vita; un piccolissimo segno, minuscolo eppure incancellabile. Un’impronta che dice “io sono stato qui” e non ho vissuto invano “.

Oggi ci hai lasciato, a noi tutti cara professoressa Alaggi, e il segno del tuo passaggio è così tangibile che la tua presenza al Pasolini non si cancellerà mai.

E’ proprio vero che ognuno lascia il segno nel posto che più ha sentito come suo.

In ogni angolo di questa scuola c’è traccia del passaggio della professoressa Sonia Alaggi, dei suoi insegnamenti elargiti sempre con sguardo comprensivo e sorrisi affettuosi, per gli alunni, per i colleghi, per tutti.

Hai amato la scuola, i tuoi ragazzi e i tuoi colleghi e noi abbiamo amato te e oggi alla notizia della tua scomparsa siamo tutti increduli nonostante conoscevamo la tua sofferenza, nonostante sapevamo che sarebbe successo.

Siamo increduli perché non sarà la stessa cosa riprendere le nostre attività senza la serenità che ci veniva dall’incrociare il tuo volto familiare e da oggi assaporeremo l’amarezza del senso di vuoto.

Piangeranno tutti i tuoi alunni e si rammaricheranno di non essere riusciti a ricambiare tutto il bene ricevuto. Con infinita tristezza ripercorreranno i momenti vissuti insieme, gli insegnamenti, i rimproveri, le lodi e gli incoraggiamenti di fronte alle difficoltà e la pazienza con cui trasformavi ogni errore in un’ occasione di crescita, senza rinunciare al tuo rigore intellettuale, con quel modo pragmatico di parlare ai giovani che conoscevi così bene , da esperta professionista quale eri, sempre impegnata a cercare le forme adeguate di comunicazione per non cadere mai nelle routine consolidate dell’insegnamento.

Certo con i tuoi ragazzi avevi la tua scatola degli attrezzi sempre pronta e, a seconda delle situazioni, sapevi come intervenire, sempre con uno sguardo profondo che andava al di là della superficie, che sapeva guardare dentro… e così catturavi i loro affanni, le loro debolezze, le indecisioni, i bisogni. Così li aiutavi a conoscersi , a superare gli ostacoli, a guarire dalle loro malattie. Quanti di loro ti saranno riconoscenti per la vita!

Tantissimi dei “tuoi ragazzi” non dimenticheranno mai la forza e la tenacia che ci hai messo, sempre pronta a fare qualcosa per loro , per costruire il loro futuro, mentre il tuo si affievoliva sempre di più e la malattia ti consumava.

Tantissimi di loro faranno tesoro di come hai saputo aiutarli a crescere e trasmetteranno i tuoi insegnamenti ai loro figli e li perpetueranno nel tempo.

Anche i tuoi colleghi piangeranno e si rammaricheranno del poco tempo trascorso insieme.

Anche loro ricorderanno con quanta competenza e spirito di collaborazione li sostenevi nel duro e usurante lavoro del docente, ma è sempre con loro che condividevi le gioie e le soddisfazioni del lavoro più bello del mondo. Quante volte vi siete detti che non avreste mai voluto fare un lavoro diverso?

I tuoi colleghi sono stati con te in trincea fino all’ultimo, lo so perché me lo hanno detto. Ti riporto le parole di una di loro a testimonianza del comune sentire di chi ti è stato vicino nella sofferenza: “ …. Mi sento in trincea accanto a Sonia Alaggi che sta compiendo il suo doloroso percorso fino all'ultimo con una dignità, una tenacia ed una pazienza straordinarie “.

Anche per loro eri un punto di riferimento, un faro ed era sufficiente confrontarsi con te per essere certi di non commettere errori. Avevi una bella responsabilità perché eri importante per molte persone e non volevi deluderne nessuna. Sei stata una guida in molti momenti difficili da affrontare, sei stata un collante importante per creare coesione di fronte ad un momento di crisi, perché il tuo sorriso incoraggiante aveva il potere di far sentire tutti a proprio agio e far tornare il sereno.

Piangerà tutto il personale della scuola che non potrà mai dimenticare il tuo modo di rapportarsi agli altri da cui traspariva tutto il tuo essere , la tua generosità, umiltà e disponibilità. Il tuo equilibrio e la tua saggezza facevano cadere ogni resistenza e pregiudizio e avevano la forza magica di creare intorno a te empatia e consenso.

Tutti nella scuola parleranno di come sapevi ascoltare e guardare profondamente negli occhi e di come non gradivi nessun riguardo per la tua condizione, per il duro cammino che ti aspettava. Fino all’ultimo momento la tua preoccupazione era di trovare la soluzione migliore per gli alunni e per la scuola per far fronte alla tua assenza, mentre ti aspettava un Calvario tutto in salita.

Piango anche io che sono stata l’ultima a conoscerti , ma ho riconosciuto subito in te le cicatrici del dolore e della sofferenza, le ferite aperte e , nonostante tutto, quella forza di acciaio.

Mi piaceva tanto quando con tanta discrezione venivi da me e già il tuo squillante ”buongiorno signora preside” mi rasserenava e mi rendeva tutto meno pesante. Mi piaceva tanto la tua straordinaria passione per il tuo lavoro e l’attenzione umana ad ogni alunno, ad ogni classe, ad ogni problema. Mi piaceva tanto il tuo coraggio e la tua forza. Mi piaceva molto condividere con te la passione per la letteratura e per la storia.

Certo il nostro dolore è poca cosa di fronte a quello dei tuoi cari, ma siamo stati anche noi la tua famiglia e anche noi ci aggrappiamo alla forza dei ricordi per legarti indissolubilmente alla storia delle nostre vite e, attraverso i ricordi, vivrai per sempre.

Per questo il nostro addio a Sonia Alaggi si chiude con questi brevi versi di Emily Dickinson:

Chi è amato non conosce morte,
perché l’amore è immortalità,
o meglio, è sostanza divina.
Chi ama non conosce morte,
perché l’amore fa rinascere la vita
nella divinità.

Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Dicembre 2020 16:42